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Interattività e Aree verdi.

I parchi sorpassano i centri urbani

 

 

 In questi ultimi anni si sta dando vita ad una serie di iniziative e di attività che portino ad individuare strategie di azione per uno sviluppo durevole e sostenibile, ed al potenziamento di una rete di strutture e servizi per l’informazione, la formazione e l’educazione ambientale.

Questa nuova tendenza persegue come obiettivi prioritari della propria politica economica e ambientale la tutela, la valorizzazione e la promozione delle risorse ambientali, paesaggistiche e culturali del proprio territorio, in linea con i principi di uno sviluppo sostenibile e consapevole.

 

Nell’ambito di questa nuova interpretazione del paesaggio ambientale, volta a rivederlo in maniera propositiva e innovativa, stanno nascendo, in modo esponenziale, nuove iniziative in tutta Italia. Progetti come INFEA, progetti come CEA, Parchi interattivi, percorsi Botanici, ecc. lasciano al palo le nostre aree urbane che vengono afflitte e avvolte da quei mostri inesorabili e indistruttibili che sono le barriere architettoniche.

 Concediamoci ora un momento di lodante relax parlando di fenomeni che stanno diffondendosi sul nostro territorio, e che vedono protagoniste molte aree montane, Parchi Nazionali, aree protette  e oasi riservate; un sorpasso in confronto ai centri urbani che adegua e rende accessibile le nostre aree verdi. E’ in atto un’innovazione volta a valorizzare e promuovere le bellezze naturalistiche, paesaggistiche e culturali delle nostre aree verdi, offrendole, attraverso percorsi innovativi, multifunzionali e interattive, a tutte le persone, e in particolare modo a quelle con difficoltà fisiche e sensoriali  che non hanno avuto fino ad oggi accesso a tali beni, e aprendo così le porte anche a quel turismo sociale, a quella cultura ambientale che ancora oggi non viene considerato nella giusta quanto opportuna valorizzazione.

I contenuti  messi in atto sono di varia natura, come il coinvolgimento  dei vari  ambiti nelle sue caratterizzanti peculiarità e del suo  organismo di  divulgazione e promozione culturale, gli inediti settori di utenza, l’uso di nuovi strumenti di guida metodologica della ricerca e dei suoi supporti informativi e documentari, in modo da  mettersi, pioneristicamente all’avanguardia, nei confronti di fasce sociali così poco servite e valorizzate, e rendere, inoltre,  accessibile e interattivo, un bene che appartiene a tutti.

La motivazione che ha  innescato questo meccanismo è la consapevolezza, sempre più diffusa, che la riscoperta e la promozione della persona, in generale e in particolare di  chi ha una difficoltà, sul piano individuale e sociale, passa anche attraverso i vettori della conoscenza, tramite la  conquista dell’informazione. e della documentazione.

In tal senso si  è cominciato a comprendere la necessità di educare, maggiormente l’opinione pubblica ad essere più ricettiva riguardo le strategie di pari opportunità per le persone con difficoltà; strategie intese a influenzare atteggiamenti sociali fondamentali nei riguardi di questi soggetti grazie alla sensibilizzazione, all’informazione e alla cooperazione. Strategie che  facciano concentrare l’attenzione pubblica sulla persona, al di là dell’aspetto, creando così, quella coscienza civile idonea a percepire le capacità positive delle persone con impedimento , della loro pari aspirazione umana e del loro diritto a partecipare e a condividere anche gli obblighi della partecipazione.

Le modalità con cui si   stanno effettuando tali interventi, sono già state sperimentate a piccola scala con risultati decisamente positivi, queste consistono nell’effettuazione di un modo diverso di approcciarsi al territorio, rendendolo esplorativo e ricettivo, adeguatamente orga­nizzato e tecnologicamente rispondente alle obiettive situazioni, deri­vanti dalla condizione generale e dai bisogni particolari di cia­scun soggetto.

La struttura di base  di questo nuovo modo di interpretare il paesaggio montano, il paesaggio marino, i parchi urbani, le oasi , ecc    prevedono l'alternanza fra momenti ludico-ricreativi e spazi operativi con valenza prevalentemente culturale, al fine di favorire e  migliorare l'autonomia personale e l’accessibilità, gli aspetti socio-relazionali, il pa­trimonio conoscitivo ed esperenziale, nonché una maggiore consapevolezza delle problematiche connesse con la condizione di minorazione, in rapporto all'età di ogni singolo.

Tramite l’interattività dei supporti e le peculiarità antropiche, s’intende offrire a questo cataclisma rivoluzionario un ulteriore e positivo contributo alla fascia d'utenza  considerata, allo scopo di migliorare l'integrazione negli ambienti naturali, ambientali e sociali del comprensorio montano, favorendo l'acquisizione di particolari a­bilità, il potenziamento della fiducia di base, il piacere e l'u­tilità del confronto e del rapporto interpersonale, nonché il gu­sto  ed il desiderio per la realizzazione di sempre  nuove  espe­rienze conoscitive, ma soprattutto offrire agli individui nuove e ricercate metodologie di intervento per la risoluzione dei problemi di accesso e fruizione dei beni naturali. Pensare la  natura come laboratorio sperimentale di crescita e luogo di esperienze emozionali. Si possono così aprire i nostri territori al tatto, all’olfatto, all’udito, al gusto e ad una vista più attenta, affinché si possa conoscere la natura attraverso nuove vie percettive.

Questo nuovo modo di progettare pensando in particolare ad una utenza allargata e anche più “debole”, significa anche creare una nuova realtà, che guardi non solo ad un’utenza ideale, per altro poco presente e interessata, ma anche e soprattutto all’utenza effettiva nella sua complessità e diversità.

 Tabelle in Braille, plastici, sculture, trasmettitori sonori  e altri particolari accorgimenti costruttivi, consentono anche  alle persone con difficoltà fisica e sensoriali di muoversi in completa libertà e senza accompagnatore, per poter acquisire le informazioni del sito , della sua flora e fauna.

Un sorpasso certamente che ci riempie di gioia, che lascia riflettere e  porta a domandarsi quanto bisogna ancora aspettare  per non avere dei sorpassi cosi silenziosi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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